F for Fake. Colpo di Grazia: un’intervista esclusiva

Tra i segnali da cui si comprende chiaramente l’aria che tira, comincia a presentarsi con preoccupante ricorrenza un molteplice attacco nei confronti della libertà di espressione. Se le attività della censura non suscitano da queste parti le reazioni di piazza avvenute in Spagna per il caso Hasel, gli inquisitori nostrani mostrano comunque una spiccata attenzione a ciò che si dice. Dal processo Scripta Manent, in cui gli scritti sono stati ampiamente utilizzati come elemento probatorio per sostenere le accuse di terrorismo, al processo Bialystock, in cui si portano alla sbarra espressioni di solidarietà, passando per le accuse nei confronti di alcuni compagni e compagne di Udine e Trieste, accusati di istigazione a delinquere, si giunge fino alla richiesta di sorveglianza speciale per un compagno di Torino, motivata anche da quanto scrive in un suo romanzo, e alla denuncia di un compagno del saronnese per un post su Facebook in cui si davano dei buoni consigli per tutelare se stessi e gli altri in situazioni di piazza. In questo elenco, sullo sfondo di una generale attività censoria nei confronti di tutte le voci dissenzienti rispetto al pensiero unico sulla gestione della pandemia, spicca infine il caso della fiction cinematografica Colpo di Grazia, la pubblicazione della quale ha provocato a Monza diverse denunce per diffamazione, perquisizioni e sequestro di materiale informatico, nonché la chiusura dei siti e dei canali di diffusione dell’opera. Di questo caso, in un’intervista esclusiva, abbiamo parlato con Skyler Grey, la regista dell’opera.

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