Un razzo sopra Torino. Intervista a due voci sulla repressione in città
Nella tarda serata del 22 maggio scorso la digos si presenta in forze a casa di un compagno e una compagna di Torino. A lei notificano un avviso orale mentre lui viene arrestato con l’accusa di aver provocato un incendio – per mezzo di un razzo esploso durante un presidio solidale – nel carcere delle Vallette. Dopo un breve soggiorno in carcere – e circa 5 mesi di arresti domiciliari con divieto di comunicazione – ora La Boba può nuovamente prendere la parola. A Mitzi invece, per effetto di quello stesso avviso orale, nelle ultime settimane è stata ritirata la patente di guida, su ordine del Prefetto.
Nel loro racconto a due voci, Mitzi e Boba ripercorrono brevemente i fatti del febbraio scorso, dallo sgombero dell’asilo con gli arresti per 270 [di cui avevamo già parlato qui e qui] al presidio di solidarietà sotto al carcere delle Vallette, passando per il corteo arrabbiato del sabato.
In conclusione abbozzano alcune riflessioni attorno alla pervicace creatività delle istituzioni repressive torinesi, che da anni picchiano duro con stratagemmi sempre nuovi, per tentare di bonificare la città da ogni germe di resistenza.