Voci da un’insolita fortezza

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Due voci raccontano di un’insolita occupazione milanese varata sulla spinta di alcuni immigrati – tra cui una vecchia amicizia della rivolta di Corelli del 2005 – che provano ad organizzarsi fuori dai circuiti ufficiali dell’accoglienza contando solo sulle proprie capacità e sulla solidarietà immediata che incontrano. Con questo “progetto” abbandonano la scuola, dismessa per amianto, di via Imbonati e occupano un altro edificio in via Fortezza firmando un comunicato collettivo con il nome “Ci siamo”. Non più solo un “nascondiglio”, ma non ancora “casa” o “luogo politico”, la nuova fortezza lentamente prende forma. Ma non è certo un castello da sogno e non bastano i buoni propositi a scacciare problemi e guai che, se non sono già in salotto, talvolta attendono appena fuori dall’uscio, minacciando di sfondarlo per consegnarti fogli di via, mandati di cattura e decreti di espulsione.

La prima voce è di un occupante di via Fortezza, la seconda di un compagno della rete solidale.

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