Firenze: quando non si è più soli nella città

Se, come scriveva qualcuno, “nell’ora della rivolta non si è più soli nella città”, non dovrebbe stupire nessuno se questa peculiare forma di socialità abbia rappresentato una delle risposte, ancorché estemporanee, alle misure di distanziamento sociale imposte dal governo negli ultimi mesi. Dovrebbe stupire piuttosto la rarità con cui si è presentata. Così, il 30 ottobre 2020, come in diverse altre città, anche a Firenze l’annuncio governativo di nuove restrizioni anti-Covid provoca una risposta di piazza e per svariate ore le vie del centro, dopo le prime cariche della polizia, si animano di quell’arretrare e avanzare alternati con cui una certa gioventù si contende lo spazio urbano con le forze dell’ordine. Il 3 febbraio 2021, vengono notificati a una ventina tra compagni e compagne alcuni provvedimenti cautelari in relazione a quella nottata. Ma, se non si è più soli nell’ora della rivolta, non si può esserlo neanche in quella della repressione: di qui, le prime azioni solidali, tra cui l’apertura di una cassa di solidarietà di cui trovate gli estremi a questo link. Da un compagno di Firenze, una narrazione di quella giornata, nonché una lettura della più recente operazione repressiva.

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