Tag Archives: lotte internazionali

La tempesta perfetta: una corrispondenza da Minneapolis

Gli elementi di una tempesta perfetta si sono accumulati per esplodere nell’ultima settima a Minneapolis e in tutti gli Stati Uniti d’America: la rabbia per l’ennesimo omicidio poliziesco ai danni di un afroamericano, le frustrazioni di una compressione sociale e razziale strutturale, certo, ma acuita dalla presidenza Trump, le tensioni accumulatesi a causa del trattamento riservato agli strati più poveri della popolazione durante la pandemia. Con una compagna di Minneapolis ripercorriamo, relativamente a caldo, quanto è successo dal 25 maggio

Cile: las balas que vos tiraste van a volver!

Uno sguardo sul Cile dal racconto di un compagno cileno dove veniamo a sapere come tra le varie pratiche di lotta nell’attuale fiammata insurrezionale vi sia “l’evasione della metropolitana”, ovvero non pagare il biglietto, il “prendersi la notte”, ovvero attuare sabotaggi o attacchi incendiari alle caserme, nonché la decisione di “restituire le pallottole” che la polizia ha sparato sulla gente. Come per l’Ecuador e ancor più in Cile si uniscono diverse rivendicazioni che coinvolgono studenti, famiglie, anziani, lavoratori, soprattutto nei quartieri

Quito: considerazioni da una rivolta (con sguardo sul Cile)

Dopo la cronaca a caldo durante i giorni della rivolta, un compagno di Quito ritorna sulla situazione in Ecuador e fa un’analisi più articolata di quanto accaduto, sul blocco sociale che sostiene il governo di Lenin Moreno e i suoi principali esponenti, il ruolo dei giovani proletari urbani e quello delle comunità indigene, la funzione dei media tradizionali e l’utilizzo delle piattaforme digitali, nonché l’immediata risonanza nel dilagare degli scontri in Cile.  

Rivolta in Ecuador : una voce da Quito

Un compagno di Quito ci racconta quanto va accadendo nella capitale dell’Ecuador negli ultimi giorni che hanno infiammato le strade: le ragioni della rivolta e i duri scontri nel centro della capitale che hanno visto protagonisti migliaia di persone, la proclamazione da parte del governo dello stato di emergenza e il protagonismo degli indigeni in attesa dello sciopero generale. (La redazione di radiocane si scusa per la non perfetta qualità audio del contributo radiofonico)  

Con la giusta rabbia: intorno all’Angry Brigade

“L’Angry Brigade è l’uomo o la donna seduto accanto a voi. Hanno delle pistole in tasca e la collera nella mente”. A cavallo tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70, in Inghilterra, si registrano centinaia di ordigni e di attacchi esplosivi ai danni di diversi obiettivi delle classi dominanti e dello Stato. Molti hanno a che fare con gli interessi spagnoli. Alcuni sono firmati The Angry Brigade. In questa conversazione con John Barker, ritroviamo il quadro

Kurdistan: appunti di viaggio

Heval, un volontario YPG, ci racconta di come ha visto organizzare la vita, la guerra e la rivoluzione nei territori controllati dal Fronte Democratico Siriano (SDF). Appunti di viaggio in una terra ancora dilaniata dalla guerra in cui si cerca di far sorgere una diversa modalità di vivere, di educarsi e di strutturare l’economia confrontandosi con i problemi, grandi e piccoli, che si incontrano nell’attuale contesto siriano. Il secondo file è dedicato ad una breve aggiornamento sulla situazione militare siriana

La caduta del cielo: la profezia del popolo yanomami

L’evidenza della catastrofe in atto, l’evidenza cioè dell’epoca attuale in cui si dà “la somma di tutte le scadenze” (Cesarano), non sembrerebbe richiedere l’ausilio di particolari doti profetiche. Ma di quell’evidenza fa parte anche il fatto che il “popolo della merce” non ha orecchie per intendere il contenuto reale dell’alternativa in atto. Di qui l’importanza di far risuonare la profezia sciamanica del popolo yanomami che ci avverte: “quando finirà la foresta e le viscere della terra saranno state completamente distrutte

Francia: la Zad al bivio.

La lotta della Zad di Notre-Dame-des-Landes, in Francia, attraversa una delle fasi più complesse della sua storia. Potrebbe sembrare un paradosso, ma corrisponde a una logica stringente: archiviata la vittoria “contro l’aeroporto” (con l’abbandono definitivo del progetto da parte dello Stato), resta aperta la questione del “suo mondo”. Lo Stato francese, infatti, non ha certo deposto le armi e, alternando la politica della “mano tesa” alla ferocia militare contro una popolazione considerata ostile, pretende di imporle una resa incondizionata. Da

La cosmogonia dei Mapuche in lotta

Dopo le corrispondenze con i Mapuche in lotta sulla sparizione di Santiago Maldonado e sull’omicidio di Rafael Nahuel torniamo nelle terre del Cile e dell’Argentina dove il popolo Mapuche porta avanti il suo processo di salvaguardia e recupero delle terre contro l’espropriazione capitalista messa in atto dalle grandi multinazionali, Benetton in prima fila. Con una compagna Mapuche di Buenos Aires approfondiamo la complessità dell’identità e della lotta Mapuche. Gli Stati argentino e cileno comprendendo l’importanza che ricoprono le figure spirituali

Territori Mapuche: sulla lotta per il recupero delle terre e sull’omicidio di Stato di Rafael Nahuel

  Dopo la scomparsa di Santiago Maldonado e il ritrovamento del suo corpo esanime, la polizia federale argentina irrompe nuovamente nei territori Mapuche di Bariloche, uccidendo Rafael, un compagno di 22 anni. Con una compagna Mapuche ripercorriamo gli eventi di questa giornata di repressione e condividiamo la chiamata alla solidarietà contro lo Stato e le multinazionali assassini. Nel secondo audio, il racconto integrale in lingua spagnola. Scarica il podcast

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