Messico: dalla città alla selva e ritorno

Il collettivo di Agua de Lluvia si forma nel 2012 a Oaxaca. Il percorso individuale e collettivo inizia con le rivolte dei maestri delle comunità indigene del 2006 e arriva a costruire un dibattito interno sulla questione indigena e sulle forme politiche tradizionali che provengono dall’Europa. Un percorso complesso che riflette la necessità di articolare un nuovo pensiero sull’identità politica e sulle modalità di trasformazione del reale.

Abbiamo avuto con loro un confronto che si inserisce nel dibattito su tecnologia, identità, apocalisse, insostenibilità dello sviluppo capitalista e forme dell’agire politico.

In questa conversazione ci viene raccontata l’evoluzione di questo percorso, che ha portato a mettere tutto in discussione senza dare nulla per scontato, nemmeno se stessi.

La necessità di riflettere sull’attuale natura del capitalismo e la critica verso di esso; la decisione di ritornare a lottare con i propri popoli di appartenenza e la decostruzione e ricostruzione dell’identità secondo le forme più vicine alla realtà locale e quotidiana.

Il contrasto con lo Stato messicano, che ha cercato di inglobare con i suoi progetti di riforma post 1994 e, contemporaneamente, di reprimere nelle sue forme meno assimilabili come dimostrano l’uccisione di tre compagni del Codedi a Oaxaca il 12 febbraio di quest’anno e l’assassinio del compagno Abraham 5 mesi dopo. Eventi in cui emerge l’assoluta comunanza di intenti fra Stato e para-Stato, in Messico rappresentato dai cartelli della droga.

 

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